Anche con le nostre scelte di “turismo o svago alimentare” possiamo incidere sulla nostra salute e sull’etica dei ristoratori, dei loro fornitori… nonché, neanche a dirlo, sulla salute degli animali e degli altri esseri umani e sulla natura in generale coinvolta in tutto il processo di produzione alimentare.
C’è un’altra questione che ci sta a cuore, più da consumatore in generale che non da consumatore ambientalista in particolare, e cioè che bisogna premiare e incentivare il ristoratore che garantisce pulizia, qualità, prezzo ragionevole (non per “basso”, ma almeno proporzionato) e buona educazione. E far risparmiare a terzi non solo una serata rovinata da un servizio scadente, ma anche i propri soldini che, in momento di crisi come oggi, sono sicuramente piuttosto contati e buttarli via è ancora più fastidioso e irritante. Insomma, finanziare il settore della ristorazione serve a “mettere in circolo l’economia” e aiutare, dal punto di vista del lavoro, le economie locali… ma facciamo lavorare coloro che almeno si impegnano per fare bene il proprio mestiere!
I nostri criteri.
Nel nostro girovagare incappiamo nelle più svariate forme di ristorazione. Di quelle migliori indicheremo chiaramente nome, località e caratteristiche positive che ci hanno colpito.
Annoteremo anche quelli particolarmente negativi, cercando di essere pietosi, nonostante tutto (p.es. facendo capire qual è il locale invece che nominandolo direttamente), e comunque essendo a maggior ragione dettagliati nel motivare la nostra insoddisfazione.
Nella qualità del servizio contempliamo due variabili, in particolare:
- attenzione all’ambiente: varietà di piatti vegetariani, assenza di piatti e posate in plastica, raccolta differenziata, presenza di prodotti provenienti dalla filiera corta, prodotti di origine animale nostrani e/o certificati come biologici, ricorso a ingredienti biologici in generale, certificazione Slow Food, acqua di rubinetto servita nella brocca, contrasto allo spreco (es. illuminazione del locale con risparmio energetico, donazione degli alimenti cucinati e non consumati in giornata a mense dei poveri), ecc…
- attenzione alla salute umana: modalità di cotture salutari (il fritto è abolito, e, se proprio non si può evitare, dev’essere estremamente leggero… non certo con l’olio di una settimana prima!), menù con proposte ipocaloriche o comunque con presenza, tra le altre cose, di piatti a basso contenuto di colesterolo (prevenire le malattie cardiovascolari è meglio che curarle!), indicazione chiara degli ingredienti utilizzati nel menù o almeno quando richiesto, diverse alternative di bevande analcoliche da ordinare, possibilità di chiedere il caffè d’orzo, scelte etiche precise in settori alimentari ancora controversi e poco controllabili (ad. esempio gelaterie che dichiarano per iscritto di non utilizzare basi contenenti grassi idrogenati per i propri gelati, o che non utilizzano strutto o miglioratori nell’impasto del pane e della focaccia, ecc…)
Anche in questo caso, è gradita la partecipazione al blog con commenti, consigli e suggerimenti, purché minimamente documentati… :-)